Il sole bollente di una giornata estiva mi accarezza la pelle, rendendola come piace a me, abbronzata.
Il colorito che assume in una manciata di ore so che durerà per qualche giorno; ho abbastanza tempo per studiare e non rischiare di mimetizzarmi con il biancore delle pagine.
Sei così bella, che a volte mi perdo nei tuoi pensieri, riesco a sentirli, a toccarli, a capirli. Sei così dolce, tremendamente sensibile. La tua sensualità arriva di corsa a smentire ogni probabile dubbio: sei ancora più tenace, più forte e determinata di come appari. Ti sei messa in gioco, l’hai fatto nonostante i mostri del passato. Ti sei interrogata su quale fosse la strada giusta almeno cento volte, ma la risposta è sempre giunta dal cuore. Il cervello in queste circostanze gioca un ruolo superficiale, da spettatore. Tutti i sentori che avverti derivano dalla passione, da quell’ardore che ti spinge a viverti il presente incurante del domani. Sei sempre stata in grado di camminare da sola, a testa alta. Perché quando decidi di vivere un’emozione lo fai in maniera esagerata. Perché se desideri, lo fai senza mezze misure. Perché se ci sei, nessuna parte di te è altrove, se non qui. Non riesci a calibrare, ti trovi dentro fino al collo. Ma questa volta è diverso. Questa volta sai che non puoi permetterti di cadere. Hai già superato e capito troppe persone, cose e situazioni. Adesso meriti un po di felicità. Di sane risate e abitudini gentili. Adesso vuoi sorridere e non pensare al pericolo. Adesso pensi di meritare qualcosa di esclusivamente bello. Adesso pensi di non voler più sacrificare il tuo oggi per un domani migliore. Adesso sei felice, lo senti. Vuoi tornare a brillare di luce tua, ci sei quasi. Non smettere di farlo, non permettere a nessuno di farlo. Sei importante, amati e credici. Perché tu sei una di quelle persone che si incontrano quando la vita decide di farti un dono. Abbracciati e regala al mondo il tuo sorriso, perché quando lo fai, li fuori si sta meglio. Perché quando sorridi, anche l’amaro diventa meno indigeribile e tutti i colori si presentano più luminosi. Sei bellissima.
Una stanza bianca di modeste dimensioni lascia spazio ad un passo a due.
Io e te, così scontato, allora.
Tu, padrone di un ritmo cadenzato più veloce delle tue intenzioni.
Io, minuscola al tuo cospetto.
Dal basso, ti guardo con gli occhi dell’amore.
Tu, mi tieni le mani incurante delle note che scorrono in sequenza.
Leggera come l’aria, danzante.
Mi fermo a guardarti, così maestoso e sicuro di sè, mi incanti.
Io e te, adesso accompagnati dalla voce di Pino Daniele in sottofondo che intona “ e se chist nun è ammore”.
Mi fido di te.
Mi prometti che quel ballo lo avremo continuato assieme l’indomani.
Peccato che un domani non sia più avvenuto.
Peccato che quel ballo continua soltanto nei miei sogni.
Forse per questo non riesco ad eliminare Pino dalla mia songlist.
Mi tiene legata a te.
Mi riporta a quella danza nel salone di casa,
Quando tu eri al mio fianco,
E ora non ci sei più.
Quel giorno ho contato tutto.
Ho contato le lacrime.
Ho contato i sospiri.
Ricordo ogni immagine e rivivo ogni sensazione.
Non dimentico niente.
Giorni di pace e silenzio e giorni di urla e disperazione.
Te lo racconto ogni giorno quel giorno.
Te lo racconto perché voglio che tu sappia quello che hai lasciato.
Che mi è rimasto.
Mi manchi Papà.
Chiudo la penna prestando attenzione a non macchiarmi di inchiostro. I pensieri stanno diventando invadenti, quasi insopportabili. Difficili da gestire, ma così facili da comprendere. Passiamo giorni interi a cercare un modo di interpretare le sensazioni, cerchiamo un modo che sia meno doloroso possibile, ma anche più rapido per uscirne. Accade veramente di rado riuscire a soffermarsi sul presente, siamo continuamente influenzati dal passato. Il futuro che prima ci spaventava, adesso sembra essere quasi debilitato. Ci accontentiamo della condotta quotidiana, del buon senso, di terminare la lunga lista di faccende appuntate. Non curiamo più l’evento straordinario. Perché “va bene così, l’ho già risolto ieri”. E se oggi fosse davvero un’occasione? Un’opportunità che domani starai già rimpiangendo? Dobbiamo imparare a rallentare, a misurare ogni gesto che compiamo, ogni passo che facciamo. Dobbiamo insegnare ai nostri alunni l’importanza dei legami, della comunicazione, del dialogo. Ma quanto tempo occorre per fermarsi un minuto e dedicarsi a qualcosa che non è presente nella lista? Siamo pervasi da responsabilità, costretti da limiti temporali. Spesso finiamo per emulare meccanismi ordinari senza nemmeno avere l’aspettativa di cambiare. Perché il cambiamento spaventa, il cambiamento implica novità. Il cambiamento pone davanti a scelte che potrebbero rivoluzionare il futuro. Dobbiamo essere qui e ora, come dice sempre la mia dottoressa. FERMATI. circondati oggi di quello che vorresti domani, non aspettare che sia il tempo a restituirti risultati. La corsa ti farà soltanto terminare i tuoi impieghi prima dello scadere della giornata, ma non ti assicurerà sulla qualità, sulla rendita. Per questo, mi dice A., cerca di non appesantire i tuoi pensieri. Non significa essere superficiale, bensì audace, selettiva. Cura ed esegui minuziosamente i tuoi adempimenti, ma concediti il lusso di abbracciare l’ignoto.
Dietro il buio dell’incertezza, si può celare la più grande e profonda sorpresa del tuo domani.
Oggi mi è capitato di salutare un’amica di vecchia data, o forse meglio definirla una persona del passato. Una di quelle persone che sono entrate a far parte dei miei giorni, hanno conosciuto i miei passi, le mie debolezze e i miei punti di forza, per poi svanire nel tempo ogni giorno, sempre di più.
La costante che accomuna il presente al passato è il tempo che scorre, quella lancetta inesorabile che contrassegna la velocità di ogni momento, segnando inevitabilmente un ritardo sulla tabella di marcia. Ci capita tutti i giorni, si. Ma alcune volte capita che la marcia si interrompe e quel ritardo diventa significativo. Soprattutto quando ti aiuta a riflettere, a pensare a quante cose sono cambiate, anche attraverso il potere di un incrocio di sguardi. A volte è proprio vero che negli occhi si celano verità che il cuore fatica a riconoscere e l’animo a riflettere.
L’ho vista triste, sola. Quella ragazza dalla postura rigida e il sorriso stampato sul volto, oggi mi appariva quasi priva di mezzi. E con mezzi intendo emozioni.
Perché come ieri, anche in questo mercoledì uggioso in cui il sole sembra fare a pugni con le nuvole, le emozioni sono il centro focale di ogni processo. L’ho rivista, mi sono voltata quando lei era già passata oltre e mi sono resa conto della fugacità che ci attornia in ogni azione. Di quanto sia superficiale la forma, l’apparenza.
E così, dopo alcuni passi rallentati intenzionalmente, il coraggio di tornare indietro per chiederle almeno se stesse bene, non ho saputo proprio tacerlo. M. si è fermata incredula difronte al marciapiede della scuola, mi ha guardata stupita e mi ha solo detto “grazie”. Non era quello che volevo. Non era previsto, né contemplato.
Ci sono ancora persone che si meravigliano quando ti fermi ad ascoltare?
Sono io che ringrazio te, le ho detto sussurrandole che sarei rimasta fino a quando non si fosse sentita meglio. Il tempo può trasformare un legame, un sentimento o anche una sensazione, ma certo non può cambiare la forza delle emozioni.
Con quelle ci andrò sempre a braccetto, e così pensando ho invitato M. A seguirmi per qualche metro, laddove avrei posato la borsa da lavoro in auto, per trattenermi ancora un po’ con lei. Il mercoledì a Marano fanno il mercato e io sono solita anticiparmi di almeno una mezz’ora rispetto al suono della campanella.
Questa mattina M. Ha dato un valore a quest’attesa, a questo tempo di anticipo.
Ricordati, le ho detto sorridendole dopo averla ascoltata con il cuore fuori dal petto, rinuncia a chi ti vuole donare esclusivamente “poco”. Preferisci il nulla, perché alle briciole puoi farne a meno. Tu meriti tanto, tantissimo. I nostri giorni sono contati, non possiamo permetterci di elemosinare quello che di più bello ci resta ogni giorno della nostra vita, l’amore.
Proteggi le tue intenzioni, amati profondamente e dedicati a chi ha saputo tirare fuori il meglio di te, anche nei momenti più dolorosi.
Ciao M., ci vediamo mercoledì prossimo, stesso posto, stessa ora.

Da quando mi hanno portato via da te, ho capito tante cose. Forse le avevo già assaporate precedentemente, ma non con lo stesso appetito. Le avevo conosciute, ma non con lo spirito giusto. Ho capito che vuol dire essere difronte all’orizzonte desiderato. Ho capito cosa vuol dire dare forma ai sogni. Ho capito quanto è importante rimanere a casa con mamma. Quanto valore hanno i momenti quotidiani, quanto bene assicurano al cuore, nonostante la ricorrenza. Ho ritrovato il mio porto sicuro, le strade piene di colori, di emozioni. Ho imparato a valorizzare anche i rumori, i frastuoni di una città che non sa tacere nemmeno di notte. Ho ballato sotto il cielo di casa, ho pianto sul cuscino dal profumo materno. Ho condiviso la tavola con mia sorella, chiacchierato con i vicini di pianerottolo. Ho cantato i testi dei cantautori locali, ho ballato sotto le stelle del tuo Vesuvio. Ho perso la voce mille volte, senza stancarmi di tornare a farlo. Sono stata entusiasta di ogni momento vissuto completamente, senza più quella scissione tra mente, cuore e corpo. Anche nei momenti silenziosi, mi sono persa a guardarti da diverse prospettive. Sei luce che si irradia a chilometri di distanza, sei musica, poesia. Sei vita, Napoli. Tu, che mi hai fatto innamorare mille volte, torni sempre a farmi battere il cuore, come la prima volta. Mi incanti, mi ascolti, mi perdoni. Sono follemente orgogliosa di te, di quello che sei e fai per me. Sei il mio posto nel mondo e ti giuro, che ancora una volta, io tornerò da te. Tornerò a viverti, a dedicarti frasi, parole, pensieri. Perché sei la mia fonte di gioia e speranza, sei la mia terapia. Non mi stancherò mai di dirti che ti sceglierei anche fra cento opportunità; non mi stancherò di prometterti eterna fedeltà, non mi stancherò di commuovermi davanti alla tua semplice maestosità. Non ti tradirò nemmeno per un secondo della mia vita, non perché li fuori, il mondo sia privo di certezze, non perché tu sia perfetta. Non ti tradirò perché senza te non riuscirei a vivere per molto. Perché nonostante tutti e tutto, nonostante io ci abbia provato a sostituirti anche per una manciata di secondi, tu sei e resterai sempre la mia unica casa. La mia famiglia, la mia infanzia, la mia vitamina.
Ma questo immenso ardore, dimostra che lo scorrere del tempo non ha mai influito sulle idee. Le mie scelte, sono dettate soltanto dall’amore per ogni vicolo, ogni piazza e strada che mi porta a te. Sono sicura che mi perdonerai, un’ultima volta. A te il mio cuore, Napoli, abbine cura.
💔
Lettera per Viviana, amica di vecchia e nuova vita.
Quattro giorni di differenza, separavano le nostre nascite nel marzo 1995. Soltanto alcune ore circoscritte, misurabili ad occhio e croce. Eravamo già unite da un sottile filo conduttore, ma ignare di tutto quello che di bello, sarebbe avvenuto. Amavamo giocare insieme alle piccole cose, il nascondino era sempre protagonista dei pomeriggi trascorsi nel parco. La fortuna voleva farci abitare nello stesso posto, fin quando anche i cuori, non si sono incontrati proprio lì. Tra alti e bassi abbiamo costruito un legame indissolubile, basato sulla sincerità.
Se oggi dovessi pensare a un solo momento senza te, il magone diventa insopportabile. Se oggi dovessi scegliere di rifare ogni gesto alla stessa maniera, lo rifarei uguale. Se oggi mi trovo qui a scrivere queste righe è perché sono consapevole di aver seguito una strada piena di cuore. Penso di aver incontrato una di quelle persone medicina che ti sono accanto fisicamente ma ti contagiano anche psicologicamente. Sei energia positiva, sostanza curativa. Sei molto più di un’amica con cui condividere un’esperienza. Oggi non riuscirei a fare a meno di te nemmeno nei momenti più spensierati. Sei una sorella, una gemella. Sei quella sintonia contagiosa che da un senso a tutte le cose. Sei pura, bella dentro e fuori. Sei luce.
Quest’anno le nostre vite si sono intrecciate spontaneamente, tra un drink in spiaggia e una serata nei locali. Attraverso i discorsi, le lacrime, i confronti. In ogni momento, ci sei sempre stata. Urlerei al cielo, ogni secondo, che tutti dovrebbero avere una persona come te nella propria vita. L’amica che ti rimprovera in privato, che non ti umilia, che ti sopporta e supporta. L’amica che crede in te, che ti sprona sempre. L’amica che ti invita a condividere il proprio tempo. Che non esita mai a tenderti una mano, anche quando ne avrebbe bisogno più di te. Il coraggio e i tuoi valori personali, sono meravigliosi.
Ci siamo riabbracciate in un momento delicato, in cui la vulnerabilità di entrambe ha saputo far spazio alla fiducia. Ci siamo guardate nel profondo, ci siamo capite anche senza mai aprire bocca. Ci siamo divertite tantissimo, abbiamo viaggiato e scoperto luoghi e persone. In due, ma sempre con lo stesso passo. Allo stesso tempo, con lo stesso ritmo e lo stesso battito del cuore.
Siamo arrivate fin qui, con l’amore più forte di prima e la stima reciproca che ci corrispondiamo. Sei stata presente nei momenti più difficili, quelli in cui lasciare la presa era l’unico modo per scappare via. E invece mi sono ritrovata a tirare più forte, fino a raggiungere i traguardi, fino a concretizzare le speranze e realizzare gli obiettivi.
Come potrei io, non celebrarti?
Non credo nelle cose eterne, ma ti giuro, amica mia, che ci sarò fin quando il tuo cuore batterà alla stessa maniera del mio. Ci sarò. Perché tu sei come me, vedi le cose belle ovunque, ti innamori della semplicità, perché hai il cuore grande. Silenziosamente abbiamo portato avanti una guarigione che meritavamo da tempo.
Sei la mia compagna di avventure e disavventure. Quella che tutti sognano di avere nella propria vita. Sei colei che riesce a svoltare le giornate e a vedere il mondo da una prospettiva migliore. Mi hai insegnato così tanto. Mi hai donato così tanto.
Sarei qui le ore intere a enumerare tutto il bene che hai impresso nella mia anima. Tutta la luce che mi hai regalato. L’amore che sei riuscita a farmi rivivere.
È proprio vero che le cose più belle arrivano per caso, che non devi faticare per raggiungerle.
Oggi ti prego soltanto di restare. Per ogni momento nostro.
È questa la fragile promessa che sento di volerti fare: di afferrarti anche quando ti sentirai arresa e sembrerà impossibile.
Te lo prometto.
Ti voglio bene, immensamente.
Intuitivamente un colore, oppure un non colore. Intuitivamente l’opposto del nero, qualcosa di simile alla luce. Sei lettere, dal sapore infinito. Così. Mi sento così.
Le mie amiche mi hanno sempre detto che persone medicina, sono coloro che riescono a guarire quello che non hanno mai rotto personalmente. Persone che non sanno di avere un dono. Persone che riescono a emanare una luce propria, oltre tempi e spazi. Quella luce contagiosa, che riesce ad abbracciare anche da chilometri di distanza fisica. Mi dicono sempre che ascolto con interesse e curiosità, che antepongo la gioia a qualsiasi altra emozione provata. Mi dicono che la positività che trasporto le travolge, inevitabilmente. Anche mia sorella mi ripete spesso che la sua vita è costantemente intrecciata alla mia, che riesce a vedere oltre la quotidianità ogni sorpresa quando si sta insieme.
Questa mattina leggevo che gli arabi sono un popolo profondo e romantico: credono nel valore assoluto dello sguardo, dando massimo ascolto agli occhi. Credono che il bello della vita parte da noi stessi, da ciò che di bello abbiamo scelto di essere. È così che funziona probabilmente. Riusciamo a toccare il cielo anche stando fermi perché crediamo nella luce che riflette ogni cosa.
Questa mattina riflettevo sulla forza del mio cuore, che non smette mai di stupirmi e di stupire chi mi attornia. Sono alla ricerca costante di felicità, di passione, di amore puro. Di candore, di dolcezza genuina e di bontà. Oggi mi sento felice, più di prima. Perché se ho bellezza dentro me riesco a vedere cose che solitamente non si fanno notare. Io le vedo, ovunque. Vedo la luce dal principio alla fine. Il motore di ogni singola azione, la risposta ma anche la soluzione. Vedo e mi innamoro. Amo la vita in tutte le sue forme, naturali e immateriali.
“Eppure pensavo che persone come te non nascessero più”.
La vita è così bella se inizi ad amare. Ama anche quando non sai se verrai ricambiato, ama sempre come se fosse l’ultimo giorno che abiti questa terra. Non reprimere nemmeno per un secondo le tue emozioni. Tu sei importante, anche se lo dimentichi tante volte. La tua voce, la tua presenza, sono importanti.
Tu metti il cuore in ogni cosa che fai perciò delle volte spaventi. La gente si blocca, crede che tu sia davvero qualcosa di più grande. Tu continua a esserlo. Fallo per te stessa, non smettere mai di credere che sei speciale. La tua forza è inesauribile. Il tuo sorriso è indelebile. Vivi, vivi con tutto il tuo cuore. Prestati sempre alle persone, perché loro ti ricorderanno. Non farlo per avere qualcosa in cambio, se ne renderebbero conto.
Fallo perché tu sei così. Semplicemente così, le cose non le vivi senza trasporto. Sii te stessa e fidati: se non oggi, molto presto quel bianco diventerà arcobaleno.
Amati.
Che posto hanno le emozioni nella tua vita? Riesci a controllarle? Rispetti sia quelle positive che meno positive o del tutto negative? Riesci a limitarne l’impatto sulle scelte più concrete che fai?
A tutte queste domande, rispondeva con la mimica facciale, semplicemente abbassando la testa, scuotendola. Le emozioni, raccolte e sentite in ogni istante della sua vita, erano sempre le protagoniste indiscusse degli eventi. Si, anche quelle più dolorose e meno invitanti, quali rabbia, tristezza, paura erano sempre contemplate fino all’esaurimento. Aveva una voce interiore che ascoltava soltanto l’emisfero destro del cervello, laddove si originavano le emozioni più veritiere. La sua esperienza l’aveva portata a una conclusione che si era incollata sulla sua pelle rosata: tutto si superava, solo che prima tendeva spesso a distruggerti.
Viveva tutto con il cuore prima che col corpo, non era in grado di pesare e tenere freno alla propria emotività; lei non sapeva anteporre il coraggio al dolore. Arrivava sempre troppo tardi, quando ormai ci era dentro fino al collo. In prima linea i sentimenti, accompagnati da un sole sempre perenne, anche se non se ne rendeva conto. Il sole, quella luce accecante, faceva sempre parte dei suoi programmi.
Viveva cose, luoghi e persone sempre come se fosse il primo giorno, non pensava mai alla fregatura che poteva nascondersi dietro l’angolo in agguato. Lei non aveva malizia…solo curiosità.
La sua era una sincera attrazione verso tutto ciò che poteva avere un seguito felice o formativo. Non esistevano apriori alcune conseguenze, perché era sicura del proprio cuore e di tutto quello che avrebbe potuto guarire al seguito.
Annalisa, la sua terapista di fiducia, la metteva spesso in guardia, quando vedeva i suoi occhi spalancati e innamorati. Le diceva che fuori c’era troppa superficialità. Le diceva che la profondità fa spaventare le persone, allontanandole. Le diceva che nel 2025 le persone confondono la profondità con il pericolo, la reputano sbagliata. Ma lei sentiva senza ascoltare mai veramente.
Rispondeva che ne era consapevole, ma che avrebbe vissuto con tutto il cuore anche le emozioni più aspre e taglienti. Perché lei sapeva di avere un piccolo dono, riusciva a tramutare il brutto in bello.
Annalisa le suggeriva di tutelarsi, di trattare il suo cuore con cura. Ma lei rispondeva sempre allo stesso modo: non riusciva a trovare soluzione a questo ipotetico problema. E allora usciva dallo studio dicendole che avrebbe sofferto ma almeno vissuto, che avrebbe continuato a provare emozioni.
SEMPRE, anche quando fossero sembrate non corrisposte. Perché le emozioni forti sono il segno di un cuore grande.
Annalisa le sorrideva timidamente, la sua professionalità era smisurata. Voleva solamente indicarle che dopo tutto il dolore subito adesso meritava un cielo sereno.
Questo lo sapeva bene, ma non poteva cambiare se stessa e il suo spirito combattivo. Poteva migliorare, cercare di pensare prima a lei una volta tanto, ma poi sapeva già come sarebbe finita.
E allora perché privarsene? Nessuno conosceva il finale, ma lei aveva una magia nel cuore che le assicurava una inesauribile felicità.
Comunque siano andate a finire le cose, lei ci aveva messo il cuore, ed era tutta vita.
Rara. Vita.
Di sole, cuore e amore.
Per sempre.
Oggi pomeriggio alla radio ascoltavo un’intervista in cui si raccontavano, tramite personaggi dello spettacolo, i segni zodiacali più sensibili. Ero lì ad alzare il volume dello stereo pronta ad accogliere il mio richiamo, quasi come rassegnata alle lacrime già pronte all’uso. Non ho dovuto aspettare molto: la rubrica enunciata iniziava proprio dal mio segno zodiacale.
“Riesci a lasciare il segno ovunque vai anche senza fare alcuna cosa eccezionale o eclatante. Lo fai essendo semplicemente te stessa e mostrandoti in tutta la tua autentica natura”.
Ero ferma nel traffico dell’ora di punta e mentre ascoltavo quelle parole, un piacevole e leggero venticello non ha esitato a trasportarmi indietro nel tempo.
Settembre 2024, sembra così lontano eppure ricordo quei momenti come se fossero accaduti ieri. Ricordo i miei pensieri, le mie sensazioni, le mie paure. Una cosa soltanto mi ero promessa; di non innamorarmi di ogni persona e di ogni cosa. Di non legarmi come al solito anche alle cose inanimate, agli oggetti, agli strumenti, agli arredi, a tutto ciò che vedo e riesco a amare. Non sono riuscita a mantenere quella promessa nemmeno a distanza di due settimane dal primo suono della campanella.
Sento di essere stata accolta, gratificata, ma soprattutto capita. Mi sono sentita circondata di belle persone, di belle occasioni. Sono inevitabilmente cresciuta.
Come ogni anno posso urlare al cielo di avercela messa tutta. Ho commesso errori, ho pianto, ho cercato soluzioni celeri e universali. Ho provato con tutta me stessa a dare sempre il massimo, anche nei momenti più forti, più difficili. Ho provato a guardare oltre le apparenze, oltre la patina di emotività che si cela dietro ai piccoli, come ai grandi.
Quella sana ingenuità che spesso fa perdere il controllo. Ci ho lavorato costantemente.
Mi sono messa alla prova, andando anche a finire in contesti diversi, mai vissuti in precedenza.
Ho sempre creduto di potermi fidare, dietro ai banchi come fuori dall’aula. Ho provato ad abbracciare anche il dolore, la fatica, il timore di sbagliare. Io ci sono entrata dentro, con tutto il mio cuore.
Forse si, cambierei qualcosa rispetto ad oggi. Cambierei i momenti in cui mi sono sentita inadatta o incapace. Cambierei i momenti in cui la stanchezza ha tramutato la realtà in una corsa a ostacoli.
Ma sono al contempo sicura che rifarei tutto alla stessa maniera. Mettendoci sempre prima il cuore e poi la faccia.
Ho visto i miei alunni credere in me.
Mi sono sentita speciale, importante.
È un amore troppo forte da descrivere. Per me tutto questo non può essere che l’inizio di un nuovo percorso. Cambierò strada, cambieranno i banchi e il colore delle pareti. Cambieranno i nomi, i volti. Lo so.
Ho percorso il corridoio della presidenza che conduce all’uscita con più lacrime in viso che respiri nel petto. Avevo una tremenda paura di fermarmi, di realizzare che stavo vivendo esattamente l’ultimo saluto. Ho accelerato il passo e chiuso la porta alle mie spalle tirando un lungo sospiro di sollievo. Mi sono giurata di provare ancora e ancora queste emozioni. Così pure. Così importanti, anche se intrise di sofferenza perché purtroppo caratterizzate dal tempo e il suo scadere.
Mi mancherà abbracciare quei sorrisi ogni mattina, mi mancherà ogni istante condiviso. Ma sono certa che il mio è solo un nuovo inizio di una lunga storia d’amore, così primitiva quanto eterna.
Grazie di tutto ♥️
Le emozioni regalano momenti. Quei momenti li, vanno colti e catturati quando si presentano.
15 e 16 maggio, una sola notte fuori dall’hinterland napoletano. Una sola notte che porterò nel mio cuore per tutta la vita.
La custodirò gelosamente affinché ogni attimo di questa esperienza possa continuare a regalarmi il bene originario.
È stato un viaggio così breve quanto intenso. Ho voluto regalare a ognuno di voi un bracciale simbolico affinché possiate anche voi, riprovare il gusto di questi momenti così importanti. Ho voluto regalarvi un momento nostro, solamente nostro. Per sempre.
Voi non lo vedete, ma oggi prima di essere la vostra insegnante ho provato ad essere una guida. Un punto di riferimento. Una persona di cui potevate fidarvi. Una persona che oltre concedervi trenta minuti di via libera nelle camere del compagno, era pronta a raccogliere la gioia e la gratitudine nei vostri occhi.
IL REGALO più grande lo avete fatto voi a me. Attraverso i vostri sorrisi, i vostri gesti, le vostre attenzioni, il vostro ascolto. Lo porterò con me insieme a questo braccialetto di cotone. Custode del nostro tempo, del nostro viaggio, del vostro amore.
Grazie ragazzi.
La vostra Prof ❤️